Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce

GiovinetteProva di resistenza al regime

La mattina del 4 marzo 2024 alcune classi dell’IIS Volterra Elia si sono recate al Teatro Panettone per assistere allo spettacolo “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce” tratto dal romanzo di F. Seneghini e M. Giani, messo in scena dalla Compagnia dell’Associazione Culturale PEM Habitat Teatrali - Collettivo di Ricerca e Produzione d’Arte Comica di Milano, con la regia di L. Curino.

Lo spettacolo, ispirato ad un gruppo di ragazze che fondarono in pieno regime fascista il GFC (Gruppo Femminile Calcistico), cioè la prima squadra italiana di calcio femminile, ha catturato l’attenzione di studenti e professori con la complicità di un approccio comico e fresco, che, con ironia e leggerezza, ha messo in luce le difficoltà e le frustrazioni del vivere sotto il regime fascista.

La prospettiva è quella di un gruppo di giovani donne animate dal desiderio di vedersi riconosciute quelle libertà personali senza le quali viene impedito il naturale diritto alla felicità. La storia è ambientata nel 1932, nel pieno della “dittatura a viso aperto” del regime fascista, quando la propaganda e le convinzioni scientifiche lavoravano per la “salute della razza” con un’impostazione popolazionista che puntava sullo sviluppo quantitativo del popolo italiano, nella convinzione che “il numero è la forza”.

Pertanto, lo sport diventò in tale ottica strumento del regime come mezzo indispensabile per migliorare la razza. La pratica sportiva fu così obbligatoria per la formazione di un popolo italiano sano e forte, ma, ovviamente, il Fascismo indicò quali fossero gli sport adatti agli uomini, come il calcio, la lotta o il pugilato e quali quelli adatti alle donne, come il tennis, la ginnastica o il pattinaggio a rotelle, tali che non ne mettessero in discussione la grazia femminile e le capacità procreative. Di certo, comunque, lo Stato fascista si poneva l’obiettivo di preparare le future madri, mirando “a formare il tipo di donna di casa e della donna madre, più che il tipo della donna di scienza e della donna sportiva”. Ma questo gruppo di coraggiose ragazze milanesi non si piegò ad una volontà tanto miope, così, tra battute d’arresto e umiliazioni, fronteggiò i pregiudizi e gli stereotipi dell’epoca, affrontò la stampa e la legge, sfidò il Duce, vincendo anche le barriere del tempo.

Ancora oggi, infatti, i loro nomi riecheggiano e insegnano: con grande ammirazione i nostri studenti le hanno ascoltate come testimoni di una sana disobbedienza, accompagnati dai loro appassionati docenti e dalle strepitose attrici in un bel dibattito costruttivo post-spettacolo, nel corso del quale è stato tratteggiato il contesto storico di riferimento, anche corredato da riferimenti letterari, normativi e scientifici utili per una profonda comprensione dell’esperienza. La storia si può imparare e vivere anche al di fuori delle aule scolastiche!