IIS Volterra Elia e Soprintendenza rinnovano la collaborazione

Si rinnova il progetto “ArcheoChimica”: un esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni pubbliche, grazie alla collaborazione avviata a partire dal 2003 tra il nostro Istituto e la SABAP (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) delle Marche, volta alla conoscenza e all’approfondimento dei beni archeologici del territorio marchigiano, non solo dal punto di vista storico-artistico, ma soprattutto chimico-scientifico. Lo scopo di questa partnership per analisi chimico-fisiche su monumenti e reperti archeologici, è infatti implementare percorsi di raccordo, integrati e trasversali, tra scuola e territorio, che favoriscano l’acquisizione di competenze da parte dei nostri studenti.

In quest’ottica, l’indirizzo “Chimica e Materiali” dell’IIS Volterra-Elia ha messo in campo la propria strumentazione e la Soprintendenza i reperti archeologici, affinché, sotto l’attenta guida dei docenti, studenti e studentesse potessero sottoporli ad analisi chimiche. Una collaborazione davvero proficua, che negli anni ha prodotto per gli archeologi preziosi dati scientifici sulla provenienza dei reperti bronzei e lapidei e ha offerto ai ragazzi la preziosa opportunità di sperimentare con entusiasmo e professionalità quanto appreso a scuola, di fare veri campionamenti e di visitare siti archeologici.

Conoscere un bene culturale, infatti, implica non solo il riconoscimento di un dato valore storico-artistico, ma anche la necessità di caratterizzare la materia di cui è costituito e la tecnica di esecuzione con indagini scientifiche che si fondano principalmente su principi della chimica e della fisica. Le informazioni di carattere conoscitivo si basano sulla risposta del materiale in esame a una sollecitazione di natura chimica o fisica, sulla complementarietà delle metodologie utilizzate e sul rispetto dei manufatti, con i quali occorre interagire in modo del tutto non invasivo e non distruttivo, allo scopo di preservarne l’integrità.

La chimica analitica, oggi e in prospettiva, è in grado di analizzare campioni sempre più piccoli e analiti a concentrazione sempre più bassa: in virtù di ciò acquisisce maggiore rispondenza alle esigenze dell’archeologia, sia perché i campioni richiesti sono di dimensioni talmente ridotte da rendere il loro prelievo praticamente non-distruttivo, sia perché gli analiti in tracce vanno assumendo un preponderante significato diagnostico.

Grazie al potenziamento della strumentazione del laboratorio di analisi chimica strumentale, ora le nostre studentesse e i nostri studenti possono contare sulla disponibilità di un nuovo spettrofotometro a emissione ottica accoppiato induttivamente (ICP-OES), indispensabile alla formazione di giovani che si formano per avere solide competenze specifiche, immediatamente spendibili nel mondo del lavoro.